Sempre di più sono gli avvocati che oggigiorno nello svoglimento della loro attività si avvalgono del c.d. cloud computing, ovvero un complesso di spazi e di servizi accessibili via rete ospitati fuori dall'organizzazione del professionista; si tratta solitamente di data center la cui infrastruttura è di proprietà di un fornitore specializzato nell'erogazione di servizi di elaborazione e stoccaggio attraverso web application.
Così i fascicoli e i documenti informatici con annessi dati personali non stanno più nelle macchine di cui è dotato lo studio del professionista ma finiscono memorizzati sui server del gestore del servizio, fuori dal controllo diretto del professionista, unico titolare del trattamento dei dati personali.
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali è così intervenuto elaborando una serie di riflessioni e indicazioni per il corretto e consapevole trattamento dei dati personali con riferimento a quei servizi informatici che comportano l'esternalizzazione di dati, documenti e procedure, oltre all'impiego di nuovi strumenti di comunicazione, come gli smartphone e i tablet pc.
Di seguito i documenti elaborati dal Garante per la Privacy:
Cloud computing: indicazioni per l'uso consapevole dei servizi
Smartphone e tablet: scenari attuali e prospettive operative