Prefazione:
L’epoca contemporanea, sia della seconda metà del secondo millennio dell’era volgare, sia del primo decennio del terzo millennio, è stata sconvolta da guerre, epidemie, catastrofi naturali ed economiche e finanziarie. Questo modo di essere, vivere e sopravvivere della comunità umana non è peculiare del periodo indicato, ma connota tutta la nostra storia, a prescindere dai luoghi e dai tempi.
Evoluzione ed involuzione dei sistemi socio-economici e giuridici si sono sempre intrecciate in un percorso lungo il quale l’uomo ha cercato di comprendere l’uomo e le ragioni del suo esistere, ma spesso ha smarrito il sentiero principale ed ha frequentemente scambiato l’evoluzione solo tecnologica con la civiltà, anzi ha connotato le fasi presunte dell’evoluzione della stessa con “età” tecnologiche, un tempo legate ai materiali (età dell’oro, del rame, del ferro, del petrolio, della plastica), poi all’informatica, ad Internet, alla globalizzazione dei mercati ed alla finanza.
Il problema della povertà conseguente all’asimmetria dell’accumulo e distribuzione delle risorse planetarie non è stato risolto, quello delle malattie rimane sul “tappeto”, quello dell’uso della forza continua a condizionare i comportamenti individuali e collettivi, l’egoismo connota molte delle decisioni degli individui e dei gruppi sociali, la ricerca scientifica è al servizio dei poteri economici e politici pro-tempore dominanti, la visione che indirizza studi e ricerche, di varia natura, è assai raramente di tipo interdisciplinare, è mono- tematica ed a volte solo apparentemente scientifica.
Quanto gli Autori hanno ritenuto di scrivere, in modo organicamente legato ai lavori citati in bibliografia, vuole essere, nell’ambito di un percorso giuridico-economico-sociale, un contributo che si spera possa essere, nella sintesi del lavoro proposto, atto a consentire, da un lato, al lettore valutazioni di ampia portata, dall’altro, stimolare la meditazione e la ri- considerazione di posizioni ritenute, spesso a torto, consolidate, ferme, utili.
I temi trattati non devono essere considerati in schemi metodologici che appaiono superati. Un “insieme evolutivo” dei mo- delli econometrici o degli istituti giuridici presi in esame non può essere studiato e valutato in senso atomistico, in quanto l’osservazione dell’evoluzione storica non può essere fine a se stessa ricadendo in rigide strutture metodologiche immutabili, arcaiche, inadatte a far cogliere l’essenza della “verità”.
La descrizione dei fatti “nella verità” ci induce a liberarci, nel momento dell’analisi descrittiva, da ogni principio od ideologia assunto come sostegno (ed al contempo giustificazione del) all’atto gestorio che ha reso concreto lo stesso fatto in esame. Un prodromo, dunque, antecedente al confron- to con i principi assunti a supporto che consentirà la valutazione critica di quanto esaminato.
Diversamente opinando cadremmo in una posizione antistorica limitando, di conseguenza, il più ampio campo d’indagine. Pertanto, non a caso, ci siamo soffermati sull’"onda lunga” e sulla necessità del metodo interdisciplinare, sotto la considerazione dell’inscindibile rapporto che lega le molteplici discipline alla società umana.
Occorre cennare, in breve sintesi, al problema sociale.
Il rigoglio degli studi sociologici - effettuato sinora su diverse basi filosofico - ideologiche - se, da un lato, ha incrementato le ricerche quantitative (che, tuttavia, non hanno ricevuto qualifiche storiche), dall’altro ha rivelato i propri limiti, dovuti al fatto del difetto di considerazione nel più ampio contesto socio-economico, vale a dire senza tener conto degli effetti derivanti da altre discipline, in particolare l’economia politica, che non vennero prese in rilievo dagli studiosi della materia.
Ogni realtà della storia umana è soggetta a trasformazioni, evoluzioni od involuzioni. Le crisi di valori, il tradizionalismo im- peditivo delle mutazioni ed ogni altro fatto storico non possono essere considerati disgiuntamente nel momento del loro realizzarsi, bensì in modo lungimirante, cercando di intuire gli effetti nell’intervallo secolare dell’"onda lunga”. La palingenesi è, infatti, una forza viva che, magari inattiva e silente per un lungo svolgere di anni, è capace di scatenare nel decorso del tempo rivoluzioni violente e persino guerre sanguinose.
Ciò è comprensibile a causa dell’errore di considerare l’ordinamento dei singoli stati, nell’ottica economica, quali espres- sioni di un’unità organica. In questo modo l’assunzione concettuale di una funzione statica degli ordinamenti, soggetti per converso a sovrapposizioni di istituti e di fatti mutevoli, appiattisce ed annulla la prospettiva storica (leggasi “reale”). Esistono inoltre altri motivi: alla palingenesi dovrebbe accompagnarsi la percezione e comprensione della mutata realtà e, conte- stualmente, il cambiamento di mentalità dei consociati, la cosiddetta metanoia, che, come si osserva, conduce ad una disparità di opinioni, in particolare a livello globale.
Il risultato comporta, da un lato, la frammentazione storica e, d’altra parte, l’esercizio di attività politiche che costituiscono forze storiche confliggenti.
Vera è l’affermazione del Bobbio: “Oggi l’uomo di cultura deve seminare dubbi anziché raccogliere certezze”.
Appare univoco alla citata massima il pensiero delle più serie scuole economiche, quando affermano che l’applicazione di certe teorie monetarie e finanziarie mal effettuata avrebbe comportato soltanto confusione ed incertezza, come si è verificato.
Altresì il metodo monografico rivela i confini ed i limiti della ricerca con riferimento al fatto in esame, senza tener conto degli effetti che detto fatto può provocare nel corpo sociale.
Il difetto di concretezza che ne deriva ha condotto al gusto dell’astrazione, priva di un’analisi, almeno induttiva, sulla molte- plicità dei fattori operanti nella vita sociale e nel mondo globale.
Questo procedimento si verifica in ogni ordinamento e la pluralità degli effetti, come abbiamo supra accennato, è connessa alle forze storiche contrastanti. Si impone, di conseguenza, un metodo di ricerca e di analisi interdisciplinare.
Un’ulteriore figura presa in analisi in questo lavoro riguarda la criminalità economica. Questa disciplina si è sviluppata nel mondo occidentale negli anni sessanta del secolo trascorso. L’importanza di questa disciplina non può essere pretermessa nella realtà odierna in quanto ha posto legittime critiche ai principi della “ragion di Stato”.
Il principio posto “ab immemorabili” afferma che tutti gli atti attuati da uno Stato sono legittimi e devono ricevere l’impronta della legittimità ai fini della loro applicazione verso i consociati. Norimberga ha smosso questo principio, che non avvolge soltanto l’economia politica, ma anche questioni delicate della realtà socio-economica moderna. Infine, non è inutile il riferimento al sistema romano, la cui durata secolare ha offerto agli studiosi l’analisi di un trend storico che, “mutatis mutan- dis”, consente la comparazione di un “trend” storico alla realtà globale.
Infatti, nel corso della storia romana non si verificarono palingenesi violente, capaci di effettuare una rivoluzione distruttiva del sistema. I tentativi di sovvertimento dello stato romano, soffocati con ferocia, difettarono dei principi e dell’organizzazione che caratterizzeranno in seguito la rivoluzione francese e la rivoluzione comunista in Russia.
L’altro motivo riguarda il diritto connesso all’economia internazionale di allora. I rapporti internazionali commerciali e finanziari erano regolati dallo “jus honorarium” che si sovrappose, tramite l’attività processuale del pretore, al diritto civile connotato da eccessivo formalismo. Si verificò, dunque, una commistione tra economia e diritto, base concreta dello sviluppo imperialistico di Roma. Infine, la corruzione storica del basso impero e le invasioni barbariche consentono alcune riflessioni analogiche con la realtà odierna.
Il Grosso ripeteva sovente che i fatti storici sono determinati, nella scansione dell’intervallo temporale, da sovrapposizioni di ulteriori istituti. L’esempio or citato della trasformazione del sistema romano dovuto alla sovrapposizione dello “jus honorarium”, dettato da motivi economici internazionali, è soltanto uno tra i tanti esempi. Inoltre, nel corso storico evolutivo (o involutivo) si verifica una “decantazione” (usiamo lo stesso termine del Grosso) degli istituti e questo trend oggi ha un grosso significato che deve essere compreso anche con l’ausilio dell’analisi storica.
Abbiamo ancora esposto i principi cristiani della Chiesa: ogni sistema umano non è definitivo e spesso connotato da ingiustizie, crimini e ferocia.
Il rispetto della dignità umana è conseguente all’accettazione di questi valori nella coscienza individuale.
Prof. Franco Pontani e Avv. Pietro Coticoni
Il testo integrale è reperibile su questo portale al seguente link: http://www.scadenzeprocessuali.it/download/Palingenesi.pdf
E' altresì reperibile sul sito dell'Università Cattolica del Sacro Cuore al seguente indirizzo: docenti.unicatt.it/ita/franco_pontani, sulla finestra a sinistra cliccare su "lettura, studi e ricerche di natura interdisciplinari". E' altresì reperibile sul sito degli autori www.francopontani.it/ (studi e ricerche/studi) e www.studiolegalecoticoni.com (atti).
Il titolo dell’elaborato è significativo, inoltre l’introduzione del metodo interdisciplinare coniuga diritto ed economia con sociologia e politica. Per sua natura, oltre ad avere connotazioni culturali, ha indubbi fondamenti scientifici che lo rendono atto ad essere considerato come testo complementare per i corsi delle facoltà di Scienze politiche, Economia e Giurisprudenza.
Gli Autori non sono interessati all’entità dei diritti d’autore, bensì alla divulgazione dell’opera verso studiosi e studenti. Uno studio monografico può avere una certa utilità ove operi in “profondità”, mentre il testo complementare opera “in estensione” limitando costruzioni meramente astratte.