Le teorie del Fisher e del Samuelson sul moltiplicatore monetario eseguite dal sistema bancario sono state confutate con successo dai matematici econometristi.
Questi studiosi sostenevano che, a livello di ogni singola banca, tramite l’attività bancaria di erogazione del credito si otteneva un effetto che avrebbe aumentato la moneta in circolazione, aggiungendosi a quella emessa dagli istituti di emissione.
La visione del Fisher e del Samuelson era errata nel punto in cui considerava il moltiplicatore con riferimento alla singola banca.
Gli studi successivi hanno dimostrato che l’affermazione è vera solo se riferita all’intero sistema bancario. I disastri del sistema globale dipendono, oltre che dall’attuazione dei derivati, anche da questa figura, che ha trovato applicazione nel contesto di concentrazione delle banche, divenute troppo grandi.
Tralasciamo la rappresentazione della figura tramite l’analisi matematica relativa all’espansione della c.d. moneta di credito, esasperata dall’abolizione delle riserve frazionarie, preferendo, per converso, esporre un esempio di semplice comprensione.
Poniamo che i privati abbiano mille euro, ne trattengono il 10 % ed il residuo viene depositato presso le banche che avranno, quindi, novecento euro di depositi, trattenendo, ad esempio, il 20% come riserva prudenziale. Il resto, cioè 720 euro, viene impiegato in prestiti. Su questa somma i privati tratterranno un 10% ed il resto rimarrà depositato presso il sistema bancario, che vedrà aumentare il deposito di 648 euro i quali, assommati ai 720 euro predetti, recheranno un saldo complessivo di 1368 euro.
Detto valore, assommato alla base monetaria precedente (poniamo p. es. 1000 euro) comporterà un ulteriore saldo della base monetaria nella misura di 2368 euro, più che doppio rispetto alla primigenia base monetaria (v. ex multis Wikipedia voce moltiplicatore monetario).
Ripetendosi il ciclo ed eliminando le riserve frazionarie sarà offerta una progressiva maggiore quantità di moneta inesistente, cioè aria fritta.
Assommando questi valori alla base monetaria di emissione (il c.d. signoraggio), calcolata sui valori di bilancio dei singoli ordinamenti, possiamo concludere che la cosiddetta moneta ha cambiato completamente la fisionomia strutturale rispetto alla moneta più antica. Inoltre se si verifica lo sforamento tra debito pubblico e spesa pubblica, nonché gli eventuali defaults degli ordinamenti la crisi è inevitabile. Il difetto reddituale dei consociati conclude il ciclo! Le critiche degli economisti più seri, contrarie al monetarismo e a questo tipo di finanziarizzazione non furono ascoltate e vennero “fermate” dal sistema. Oggi i risultati matematici sono innegabili, in quanto l’abuso di questa figura ha comportato una crisi epocale.
Se riflettiamo inoltre che, diffusamente e senza tener conto del preoccupante fattore concernente le diversità sistemiche e di distribuzione della ricchezza degli ordinamenti globali, viene postulato lo sviluppo tramite l’aumento del PIL, non riusciamo a comprendere come ciò sia possibile a livello generale e globale.
Il PIL, come abbiamo sostenuto più volte dovrebbe essere oggetto di un più attento studio econometrico che avvicini i valori statistici all’economia reale. Anche in questo caso, che avvolge il metodo della macroeconomia collegato alla contabilità di stato, gli sforzi degli studiosi sono stati fermati da ogni governo.
Le trasformazioni nel campo del lavoro, la mutazione tecnologica e scientifica che ha modificato il sistema industriale ed infine, il pericolo del potere bancario privo di controlli, prospettano uno scenario pericoloso essendosi ormai verificato lo “scoppio” dell’onda lunga descritta da C.Pigou, cioè la crisi globale. (V. mio sito: studiolegalecoticoni.com atti: “Equilibrio politico globale. Anatomia di una depressione”).
Rammento un convegno tenutosi a Torino con il prof. Frank Tamagna, all’epoca consigliere ed esperto presso la Federal reserve, ove anticipammo gli effetti dell’onda lunga. La storia prese un’altra strada ed il prof. Tamagna abbandonò la Federal reserve per dedicarsi all’insegnamento.
In quella sede si discusse sul pericolo che avrebbe comportato l’abolizione della Glass Steagall Act (cioè l’abolizione del divieto posto alle banche americane di esercitare attività finanziaria) e la riduzione delle riserve prudenziali sull’economia reddituale e reale, consentendo una sovranità monetaria lasciata senza controlli al sistema bancario che intendeva concentrarsi con fusioni. Infatti i risultati disastrosi non mancarono, come abbiamo visto.
A questo punto dobbiamo chiederci dove potrà portarci questo sistema. La postulata creazione della moneta virtuale ed il tentativo di tracciabilità, in un quadro di impoverimento progressivo dei ceti medio bassi ed arricchimento di certi poteri anomali sono preoccupanti.
La palingenesi in atto appare inarrestabile.
La denuncia forte e severa di Famiglia Cristiana sullo stato dell’informazione che si tenta di demolire, l’accesso ormai quasi impossibile alla giustizia civile, in profonda crisi, la negazione dei diritti dei consumatori, dovrebbero farci riflettere e, soprattutto, agire.
Avv. Pietro Coticoni
Torino, 09/08/11